E' il momento più importante del film, e uno dei più importanti della mia vita. Volli entrare e misurare la stanza con le braccia. Pensai a come Madiba (Mandela, ndr) avesse potuto sopravvivere lì dentro per 27 anni e come potesse non volersi vendicare di chi lo aveva rinchiuso lì. Quando ho visto il film, in quel punto sono scoppiato in lacrime. E poi, e questo nel film non c'è, uscimmo dal carcere per un corridoio. C'erano ancora prigioneri, all'epoca, tutti di colore. Eppure quando passammo, il tetto tremava per le loro urla di incitamento, anche se eravamo gli Springboks, la squadra che era stato il simbolo dei bianchi. Capimmo il potere di Mandela, non fosse stato per lui, non avremmo avuto l'appoggio di tutto il Sudafrica.
François Pienaar - Corriere della Sera

2 commenti:

Anonimo ha detto...

sei il mio più caro mio mio amico! Non mi aggiunge nessuno..io non lo capisco sto blogspot

Connie Daidone ha detto...

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